Walter Seregni
Insegnante
Arci Nova Latino
Ricevuta
30/03/2020
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Torneremo a ballare.
La festa che precede la “Quaresima”, che nella liturgia cattolica, è un periodo di penitenza e digiuno fino all’arrivo della Pasqua. Eravamo già in piazza, pronti e con il camion carico, ma in tarda mattinata è arrivato il comunicato: Carnevale annullato! Non solo a Nova e ne eravamo consapevoli, già nella giornata prima erano stati annullati diversi eventi e manifestazioni. Del resto continuavamo a lavorare, la vita non si era ancora fermata, avevamo ballato tutta la settimana con i corsi, le serate di compleanno, i negozi aperti e la gente per strada. Ma, tornando a casa, 4 canali Tv su 5 parlavano del #coronavirus, con le chiacchiere ed i dibattiti che, rivisti oggi (un mese dopo), persino comici. L’allarme mi sembrava esagerato, ci eravamo lasciati quella domenica con la sicurezza che saremo presto tornati a ballare. La vita vera non è quella mediatica, che molto spesso ha una percezione alterata oltre che alterante della realtà. Ed allora ecco l’ultima escursione in montagna, l’ultimo giro in bici a pieni polmoni. Ma si lavorava ancora, la mente rimaneva ben occupata per buona parte della giornata e, quando tornavi a casa, era persino piacevole pedalare in strade senza traffico, poi c’erano le canzoni sui balconi, i gesti di solidarietà, le offerte di aiuto. Anche la rete con le sue “chat”, viveva il suo momento di bellezza, la mia amica posta una bellissima fiaba, le lezioni agli studenti diventano una realtà (dopo gli sforzi iniziali), in diretta trovi cose piacevolissime con gli artisti che, stando a casa, mettono “on line” tanta musica, lezioni di ballo, pilates, interi libri … #distantimauniti Irrompe sulla scena la bontà, dopo anni dove in modo dispregiativo venivi definito “buonista” e per i “cattivisti” da tastiera è un brutto momento. Chiusi in casa ora, ognuno di noi è costretto a ricalibrare le sensazioni, siamo in ascolto di noi stessi fin dalla mattina al risveglio, impossibile questa cosa in tempi “normali”. E’ passato ormai più di un mese, la sofferenza è continua … le file dei camion militari a Bergamo è un’immagine che rimarrà impressa nei nostri ricordi, insieme a Papa Francesco … solo, affannato in una piazza vuota, con le sirene di sottofondo, pronunciando potenti parole “ abbiamo proseguito imperterriti convinti di rimanere sempre sani in un mondo malato”, afflitto da guerre e “ingiustizie planetarie”, che non sono certo terminate, tutti i problemi li ritroveremo più in là. La comunicazione è letteralmente monopolizzata dal tema #coronavirus e allora ... dedichiamoci alla lettura ed alle attività che possono alleggerire questo peso che nel petto si fa pesante. Il futuro non è poi così vicino e questo periodo storico non terminerà così in modo indolore, non è vero che ne usciremo migliori, questa narrazione che ne usciremo straordinariamente legati ed empatici gli uni agli altri è secondo me del tutto falsa, ma ne usciremo! Chi era disonesto prima lo ritroveremo disonesto poi, ecco forse verranno amplificate le nostre caratteristiche, nel bene o nel male, le persone ciniche e cialtrone peggioreranno e chi era solidale e altruista prima, avrà modo di rafforzare tali qualità. Torneremo a vivere la vita … ci sarà molto da fare e da ricostruire, ci sembrerà tutto più bello ma a differenza dei bambini ognuno di noi avrà un cuore “consumato” e quindi avrà bisogno degli altri. Torneremo ad abbracciarci e nei nostri occhi spunteranno anche le lacrime, non di dolore questa volta ma di “pura e cristallina gioia”. Torneremo a ballare … è la prima cosa che la gente ha fatto terminata la guerra, torneremo ad essere felici con poco, come la cultura dei “tempi andati” ci ha insegnato. Stringeremo le mani, apparecchieremo la tavola, accarezzeremo i figli tornati tra noi … . |