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NewsLetter

diario Walter Seregni

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CO walter
 
Walter Seregni 
 
 
  
 
Insegnante 
Arci Nova Latino
 
 
 
 
 
 Ricevuta
30/03/2020
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

      Torneremo a ballare.


Mi ricordo bene quella Domenica … era il 23 Febbraio e doveva essere una Domenica di festa, Il Carnevale con le torte, i carri, la musica, i balli e le mascherine.

La festa che precede la “Quaresima”, che nella liturgia cattolica, è un periodo di penitenza e digiuno fino all’arrivo della Pasqua.
Beh! Nel duemilaventi, la Quaresima è arrivata in anticipo.

Eravamo già in piazza, pronti e con il camion carico, ma in tarda mattinata è arrivato il comunicato: Carnevale annullato! Non solo a Nova e ne eravamo consapevoli, già nella giornata prima erano stati annullati diversi eventi e manifestazioni.

Del resto continuavamo a lavorare, la vita non si era ancora fermata, avevamo ballato tutta la  settimana con i corsi, le serate di compleanno, i negozi aperti e la gente per strada. Ma, tornando a casa, 4 canali Tv su 5 parlavano del #coronavirus, con le chiacchiere ed i dibattiti che, rivisti oggi (un mese dopo), persino comici.

L’allarme mi sembrava esagerato, ci eravamo lasciati quella domenica con la sicurezza che saremo presto tornati a ballare.
Ero più preoccupato nel fornire a tutti una visione rassicurante, rispettoso dei prudenziali  comportamenti, ma indispettito dell’allarme mediatico, dalle polemiche, dalle “bassezze” politiche con secondi fini.

La vita vera non è quella mediatica, che molto spesso ha una percezione alterata oltre che alterante della realtà.

Ed allora ecco l’ultima escursione in montagna, l’ultimo giro in bici a pieni polmoni.
La situazione andava man mano delineandosi e l’esposizione all’ansia diventava inevitabile. La tempesta psicologica, giorno dopo giorno, si faceva più dura e altalenante (della serie: “ma è possibile che accada ciò?”).

Ma si lavorava ancora, la mente rimaneva ben occupata per buona parte della giornata e, quando tornavi a casa, era persino piacevole pedalare in strade senza traffico, poi c’erano le canzoni sui balconi, i gesti di solidarietà, le offerte di aiuto.

Anche la rete con le sue “chat”, viveva  il suo momento di bellezza, la mia amica posta una bellissima fiaba, le lezioni agli studenti diventano una realtà (dopo gli sforzi iniziali), in diretta trovi cose piacevolissime con gli artisti che, stando a casa, mettono “on line” tanta musica, lezioni di ballo, pilates, interi libri … #distantimauniti

Irrompe sulla scena la bontà, dopo anni dove in modo dispregiativo venivi definito “buonista” e per  i “cattivisti” da tastiera è un brutto momento.
Ora fa piacere che ci siano quelli che pensano agli altri, si fa il tifo per medici ed infermieri, anche il condominio diventa più comunitario, “nessuno si salva da solo” ripete Don Luigi ogni giorno con gli altoparlanti dal campanile … e questo periodo sta diventando una lezione per tutti.

Chiusi in casa ora, ognuno di noi è costretto a ricalibrare le sensazioni, siamo in ascolto di noi stessi  fin dalla mattina al risveglio, impossibile questa cosa in tempi “normali”.
Le notizie si fanno sempre più tragiche, la sensazione d’impotenza  è scoraggiante, con un misto di realismo e rassegnazione più il tempo passa più le preoccupazioni trovano spazio … .
Ci troviamo impotenti di fronte alla morte, che rimane solo notizia, pura statistica ... senza riti o ultime consolazioni, si muore clandestinamente e a questo proprio non ci si abitua.
E’ veramente straziante pensare di  stare lontani dagli affetti dagli amici, da quelli che avevano condiviso con noi la vita, non ci si può abituare a dare l'addio ai nonni e ai propri cari senza un ultimo abbraccio.

E’ passato ormai più di un mese, la sofferenza è continua … le file dei camion militari a Bergamo è un’immagine che rimarrà impressa nei nostri ricordi, insieme a Papa Francesco … solo, affannato in una piazza vuota, con le sirene di sottofondo, pronunciando potenti parole “ abbiamo proseguito imperterriti convinti di rimanere sempre sani in un mondo malato”, afflitto da guerre e “ingiustizie planetarie”, che non sono certo terminate, tutti i problemi li ritroveremo più in là.

La comunicazione è letteralmente monopolizzata dal tema #coronavirus e allora ... dedichiamoci alla lettura ed  alle attività che possono alleggerire questo peso che nel petto si fa pesante.

Il futuro non è poi così vicino e questo periodo storico non terminerà così in modo indolore, non è vero che ne usciremo migliori, questa narrazione che ne usciremo straordinariamente legati ed empatici gli uni agli altri è secondo me del tutto falsa, ma ne usciremo! 

Chi era disonesto prima lo ritroveremo disonesto poi, ecco forse verranno amplificate le nostre caratteristiche, nel bene o nel male, le persone ciniche e cialtrone peggioreranno e chi era solidale e altruista prima, avrà modo di rafforzare tali qualità.

Torneremo a vivere la vita … ci sarà molto da fare e da ricostruire, ci sembrerà tutto più bello ma a differenza dei bambini ognuno di noi avrà un cuore “consumato” e quindi avrà bisogno degli altri.

Torneremo ad abbracciarci e nei nostri occhi spunteranno anche le lacrime, non di dolore questa volta ma di “pura e cristallina gioia”.

Torneremo a ballare … è la prima cosa che la gente ha fatto terminata la guerra, torneremo ad essere felici con poco, come la cultura dei “tempi andati” ci ha insegnato.

Stringeremo le mani, apparecchieremo la tavola, accarezzeremo i figli tornati tra noi … .
Sarà bello … quando torneremo a ballare!

CO walter piazza horz

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 01 Aprile 2020 21:46 )  
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